La Riabilitazione Equestre (o Ippoterapia)
Ciao! Cerchiamo di saperne di più in questo articolo.
Naturalmente sai che nei giorni nostri il cavallo, oltre che nello sport, nelle passeggiate, nella sicurezza, è utilizzato anche nella Riabilitazione Equestre.
Ma cos’è veramente la Riabilitazione Equestre?
Per incominciare, un po’ di storia.
Innanzitutto bisogna sapere che il cavallo era stato utilizzato nell’antichità per fini medici: Ippocrate (478-370 a.C.), grande medico greco, usava l’equitazione per curare l’insonnia ed Asclepiade, altro grande medico (124-40 a.C.), usava il cavallo per il trattamento dell’epilessia.
Ippocrate
I greci ed i romani sono stati i primi ad usare il cavallo come metodo terapeutico, seguiti dai francesi e dai tedeschi.
Dalla metà del XVII secolo fino al XVIII secolo i medici consigliavano l’uso del cavallo per i disturbi circolatori e nell’ipocondria e, dal 1918, rientra tra le terapie mediche.
Un tentativo curioso è stato fatto da Samuel Th. Ouelmaz, che ha costruito un cavallo meccanico, convinto che la macchina potesse sostituire il cavallo, ma non funzionò.
Avvicinandoci ai giorni nostri, i Paesi dell’Europa settentrionale sono stati tra i primi ad utilizzare la Riabilitazione Equestre, seguiti da Gran Bretagna, Francia e Germania.
In Italia la Riabilitazione Equestre arriva negli anni ’70-’80.
Oggi la terapia per mezzo del cavallo è riconosciuta dal Ministero della Salute tra le prestazione terapeutiche riabilitative.
La Pratica
Fondamentali sono la bravura del terapista ed un cavallo calmo e dolce.
Il soggetto viene messo a cavallo e da qui inizia la terapia: nella maggior parte dei casi il semplice contatto con il cavallo costituisce uno stimolo non solo sotto il profilo psicologico ma anche di benessere fisico: il rapporto di affezione, che sempre nasce con il cavallo, abbatte le barriere tra il soggetto e le persone esterne.
Il semplice movimento del cavallo procura emozioni e sensazioni di benessere, sollecitando tutto l’organismo, anche se non si conosce quale sarà il primo sistema ad esserne interessato.
Anche il ritmo del cavallo al passo (circa 60 oscillazioni ogni minuto) contribuisce al rilassamento del tono muscolare, riproducendo il ritmo della camminata normale.
Infine la gioia di giocare e di stare vicino agli animali, in mezzo alla natura, lontano dagli ambienti chiusi coinvolgono il soggetto al punto che questi non si accorge dello sforzo fisico dell’andare a cavallo, e ciò lo aiuta a sviluppare le sue capacità latenti.
Le Applicazioni
Adesso che conosciamo la storia della Riabilitazione Equestre, andiamo a scoprire a quali patologie può essere applicata.
Moltissime: la Riabilitazione Equestre si rivolge a tutti i portatori di handicap, tranne rare eccezioni, di almeno 5 anni d’età in poi.
Tra le patologie i disturbi del comportamento, neuromotori, sensoriali, neurologici, relazionali e psichici, anche se va detto che la Riabilitazione Equestre non porta alla guarigione completa di qualsiasi handicap ma può dare sicuramente un più o meno grande miglioramento.
Detto questo mi fermo qui (ma se vuoi saperne di più ti consiglio di visitare queste pagine) perché la Riabilitazione Equestre è un argomento piuttosto, anzi molto delicato e non voglio entrare in aree che non sono di mia conoscenza: per questo ci sono persone, umani, preparatissimi per la Riabilitazione Equestre e, naturalmente, disponibili a dare tutto il supporto e l’aiuto necessario.
Certo, in questo articolo abbiamo toccato un argomento non molto allegro ma, sarai d’accordo con me, molto interessante ed utile, utilissimo a chi non è fortunato come tanti altri.
Ed anche a loro, ai meno fortunati, noi cavalli, con la Riabilitazione Equestre, cerchiamo di dare il nostro modesto ma importantissimo contributo.
Grazie, un ringraziamento particolare per aver voluto condividere con me questa pagina ed a presto dal tuo amico Clop.